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PREVENZIONE DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA, DAL MIUR I DECRETI ATTUATIVI

 

 


Oggi, 13 febbraio, i sindacati scuola sono stati convocati dalla Direzione Generale per lo Studente per essere informate sull’imminente emanazione della circolare ministeriale che fornirà istruzioni necessarie all’attuazione del Decreto Ministeriale dello scorso 7 febbraio, contenente modalità e criteri in applicazione dell’art. 7 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito dalla legge 8 novembre 2013, n. 128. L’art. 7, come si ricorderà, aveva previsto lo stanziamento di risorse (3,6 milioni di euro per l’anno 2013 e 11,4 milioni di euro per l’anno 2014) finalizzate ad attività di prevenzione della dispersione scolastica.

Con il DM 7 febbraio 2014 (e conseguente DDG prot. n. 25 di pari data) viene indetto un bando nazionale per progetti volti a contrastare i fenomeni di dispersione scolastica, con particolare riferimento alle aree a maggiore rischio di evasione dell’obbligo, individuando termini e modalità per l’avvio di un programma di didattica integrativa e innovativa anche attraverso il prolungamento dell’orario scolastico nelle istituzioni di ogni ordine e grado da svolgersi negli anni scolastici 2013/14 e 2014/15.

Le istituzioni scolastiche che intendano partecipare al bando - singolarmente o come capofila di reti di scuole - dovranno presentare, entro il prossimo 28 febbraio, la documentazione richiesta, unitamente a un progetto che preveda la partecipazione di soggetti del contesto territoriale, una didattica complementare a quella ordinaria, la realizzazione - all’interno di moduli didattici - di percorsi personalizzati, ivi compresi quelli specificamente rivolti agli studenti di recente immigrazione, la progettazione partecipata e condivisa con le famiglie.
Sono previste due tipologie di azioni didattiche: la prima rivolta a gruppi composti da un massimo di dieci alunni, ai quali dedicare percorsi sul recupero della strumentalità di base; la seconda rivolta a tutti gli alunni della scuola, in particolare per l’organizzazione di laboratori che propongano attività di tipo culturale, artistico, sportivo o ricreativo.

I progetti presentati possono prevedere la collaborazione con altre istituzioni scolastiche, enti locali, istituzioni universitarie, associazioni e fondazioni no-profit. Spetta in ogni caso alla Scuola la titolarità e il coordinamento delle azioni progettate.
Per quanto riguarda gli istituti comprensivi, il modulo prevede azioni per piccoli gruppi per almeno quattro ore a settimana e un finanziamento lordo complessivo che non potrà superare i 73.000 euro.
Per le scuole secondarie di secondo grado le azioni sono rivolte esclusivamente al biennio dell’obbligo e il finanziamento lordo complessivo non può eccedere i 36.000 euro.
Non potranno essere finanziati progetti di istituzioni scolastiche che ne abbiano già attivati altri simili con altri finanziamenti il cui importo complessivo superi i 10.000 euro.
Le candidature delle istituzioni scolastiche saranno acquisite dagli Uffici Scolastici Regionali ed esaminate da un’apposita commissione, ferma restando la valutazione conclusiva da parte dei Direttori Regionali.

La Cisl Scuola, presa visione della bozza di circolare, ha evidenziato la necessità che la stessa contenga indicazioni chiare sulla natura delle azioni da intraprendere che non sono, né possono essere, soltanto un intervento di recupero di strumentalità di base, ma devono essere connotati da una didattica innovativa e orientativa, in particolare negli ultimi due anni della scuola primaria e nella secondaria di primo grado, cogliendo le opportunità offerte dagli istituti comprensivi attraverso un curriculum verticale e in continuità.

La Cisl Scuola, inoltre, ha richiesto:
che siano inseriti, nel rispetto dell’autonomia scolastica, chiari riferimenti alla contrattazione d’istituto per disciplinare compensi aggiuntivi al personale docente e ATA impegnato nella realizzazione dei progetti; che sia posto in risalto il valore da assegnare al patto educativo scuola-famiglia, indispensabile per consentire un percorso sostenuto da una condivisa assunzione di responsabilità; che sia effettuato un attento monitoraggio sia in fase intermedia che a conclusione del percorso, con la dovuta diffusione dei risultati; che sia dato tutto il supporto necessario alle scuole da parte delle Direzioni Regionali.

La Cisl Scuola, infine, ha espresso la preoccupazione per la possibile esclusione dall’accesso al bando, in quanto già beneficiarie di finanziamenti superiori a 10.000 euro, di quelle scuole che hanno attivato o stanno attivando progetti finanziati con l’art. 9 del CCNL, operando in aree di particolare criticità e disagio.

La prevenzione della dispersione scolastica è uno dei fondamentali fattori di contrasto a una delle più acute emergenze educative; sono dunque necessari interventi significativi sul piano economico su cui attivare le indispensabili sinergie ad ogni livello. Per questo il finanziamento non dovrebbe porsi come “una tantum”, ma assumere carattere strutturale, a sostegno della diffusione di buone pratiche e di percorsi efficaci che ridiano prospettive alle giovani generazioni.


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