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COMUNICATO STAMPA: CISL SCUOLA LATINA

 

 

COMUNICATO STAMPA

SEGRETERIA PROVINCIALE DI LATINA


Manifestazione nazionale il 28 novembre per richiedere il rinnovo del contratto ormai fermo da sette anni, convocazione degli “stati generali” della scuola su tutto il Lazio e proposte di deliberazione per i collegi dei docenti che vincolino il mandato della commissione di valutazione scolastica, organismo nato dalla legge 107 del 2015. Questo è emerso dal lungo e proficuo dibattito che si è tenuto oggi, per tutto il giorno, presso l’istituto Vittorio Veneto di Latina promosso dalla Cisl scuola Latina sulla riforma della “buona scuola” voluta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Presenti il segretario generale della provincia di Latina Franco Maddalena, il segretario regionale Vincenzo Alessandro e il segretario nazionale Rita Frigerio. Ha aperto la discussione il dirigente scolastico dell’Istituto Vittorio Veneto Paola Di Veroli. “La legge 107 – spiega Franco Maddalena- nasce da una volontà confusionaria. Confrontata ora con la legge di stabilità emergono parecchie incongruenze. Mi riferisco in particolare al retromarcia sui vicari, alle supplenze e al piano di assunzione straordinario. Il dirigente scolastico che è stato ribattezzato come superman, preside-sceriffo, non è altro che l’ultima rotellina di un sistema clientelare che il nostro governo vuole mutuare nel mondo della scuola. Oggi le regole della scuola è vero forse saranno troppo rigide, ma sono trasparenti e democratiche. Ora verranno sostituite dall’apprezzamento del Preside che dovrà tenere conto di chi gli sta sopra”. “La scuola cambia struttura –continua Vincenzo Alessandro- non sarà più una comunità educativa ma sarà ad immagine e somiglianza del dirigente. Si vuole una scuola che sia gerarchica non più collegiale e questo perché si vuole creare una società gerarchica. Al di là dei risultati degli Invalsi, la scuola italiana ha delle eccellenze ma anche delle cadute che dipendono e riflettono l’aspetto socio-politico del territorio. Assistiamo, in realtà, ad un attacco continuo al sindacato e questo è un atteggiamento che accomuna il centrosinistra e il centrodestra, in generale tutta la politica. La politica non vuole più ostacoli per governare. Deve decidere ma deve anche saper ascoltare. La 107 è piena di errori tecnici e ora bisogna fare una grande battaglia democratica e uscire dalle scuole”. L’idea della Cisl regionale è quella di convocare gli “stati generali” della scuola dove discutere insieme della legge e delle possibili azioni per modificare i punti maggiormente contestati. Mentre all’interno della scuole, si cerca la maggiore condivisione delle scelte. Il sindacato è pronto comunque –spiega Rita Frigerio- “a fare vertenze e recarsi al tribunale nel caso queste condivisioni non ci fossero”. Intanto un ricorso alla corte costituzionale è già partito per l’esclusione dei precari abilitati di seconda fascia, dal piano straordinario delle assunzioni. La condivisione va mantenuta soprattutto all’interno del collegio dei docenti, nelle scelte didattiche e soprattutto nella redazione del Pof triennale, il piano dell’offerta formativa di ogni istituto. Quindi in sede di contrattazione per il bonus di 200 milioni di euro sul merito che deve passare appunto per le rsu della scuola. “La legge 107 –continua Rita Frigerio- ha dimenticato il ruolo del personale Ata, a cui ha bloccato le assunzioni in attesa di qualche domanda che viene dal personale delle province, ha bloccato le supplenze e inoltre ha fatto un taglio di 2mila posti che vanno ad incidere pesantemente sull’attività di una scuola. Specialmente se poi le scuole devono essere aperte anche il pomeriggio. Il nuovo sistema informatico, inoltre, presenta notevoli problemi nelle scuole. Quotidianamente mi trovo a dover recarmi al Ministero per problemi del sistema. Eppure per il governo tutto funziona, salvo che gli stipendi degli insegnanti supplenti ancora non vengono pagati. Lavoreremo perché qualche deputato presenti emendamenti alla legge di stabilità per recuperare quei posti tagliati. La verità è che il governo ha speso 3 miliardi per questa legge senza che questi soldi siano stati investiti per le reali mancanze delle scuole italiane”.

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