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SALARI DEGLI INSEGNANTI. POTERE DI ACQUISTO FERMO AL 2000.

Fonte: Tuttoscuola Focus



Sul settimanale telematico Tuttoscuola Focus, viene data notizia della pubblicazione del rapporto curato dall’agenzia europea EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency), tramite la rete Eurydice,  riguardante i salari reali (cioè misurati in termini di potere d’acquisto) degli insegnanti e dei capi di istituto in Europa  nel periodo compreso tra l’anno 2000 e il 2012/13.

Secondo il rapporto, nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, i salari sono cresciuti fino al 2009, per poi bloccarsi e decrescere, a causa della crisi economica globale, fino a tornare alla situazione di fatto dell’anno 2000.  In un quadro di generale decrescita del valore dei salari degli operatori scolastici, l’Italia si colloca (assieme a Regno Unito, Portogallo e Slovacchia) nella fascia dei Paesi nei quali la diminuzione del potere di acquisto si colloca tra il 6 e l’11%. Come prevedibile, la maglia nera spetta alla Grecia, dove il valore delle retribuzioni è calato del 40%.

Peraltro, sottolinea Tuttoscuola, tali stime si riferiscono al salario di base. In aggiunta a quest’ultimo, la retribuzione dei docenti e dei capi di istituto nei vari Paesi europei è costituita da altre voci accessorie, che, tuttavia, non trovano riscontro nelle retribuzioni dei nostri operatori scolastici, in modo che, accanto a molti istituti retributivi, si trova scritto, con riferimento all'Italia, “not applicable”. Spiega Tuttoscuola: “significa che da noi la retribuzione resta sostanzialmente ferma a quella base perché le altre qualifiche e prestazioni non vengono prese in alcuna considerazione, con poche e modeste (nel compenso) eccezioni”.

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