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TAGLI AI PROF, RETROMARCIA DEL GOVERNO ED È SCONTRO CARROZZA-SACCOMANNI

I due ministri si rimpallano le responsabilità.

L'Economia: "Problemi di comunicazione". L'Istruzione: "Impicci burocratici e troppi pasticci"

Fonte: TGCOM24

 

 

 


Da Palazzo Chigi arriva lo stop alla restituzione, prevista dal ministero dell'Economia, dei 150 euro da parte degli insegnanti. La decisione è stata presa durante un vertice tra il premier Enrico Letta e i ministri dell'Economia Fabrizio Saccomanni e dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza: una marcia indietro successiva a un rimpallo di responsabilità tra i responsabili, che parlano di problemi di comunicazione e di "non sapevo".

La nota del governo: nessuna restituzione - Prima dalla sede del governo viene diramata una nota in cui si spiega che i professori "non dovranno restituire i soldi percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti". E il passo arriva dopo che anche il segretario del Pd, Matteo Renzi, aveva parlato di "taglio assurdo", chiedendo all'esecutivo, via Twitter, di "rimediare a questa figuraccia, subito. Il Pd su questo non mollerà di un centimetro". E poi emergono i retroscena.

Ministero Economia: noi meri esecutori - Il ministero dell'Economia scrive: "In data 9 dicembre 2013 il ministero dell'Economia ha informato il ministero dell'Istruzione che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al ministero il tempo necessario a formulare diverse istruzioni" e precisa che in tal modo si è operato "secondo le leggi in vigore". Ed è ancora da Via XX Settembre che si spiega: "Il calcolo delle retribuzioni, l'emissione dei cedolini e i successivi flussi dei pagamenti al personale scolastico viene effettuato dal ministero dell'Economia quale mero esecutore sulla base della legge vigente e delle indicazioni ricevute dal ministero dell'Istruzione".

Saccomanni: "Problemi di comunicazione" - Poi, ecco direttamente Saccomanni, che giustifica così la vicenda: "C'è stato un problema di comunicazione: il ministero dell'Economia e delle finanze esegue istruzioni che non ci sono pervenute". Insomma, il ministro dice che, nella scelta di recuperare quella somma, lui è stato un "mero esecutore", in attesa di istruzioni delle strutture competenti, cioè il Miur appunto, che non sono arrivate.

Carrozza: "Un pasticcio" - Peccato però che la Carrozza abbia fatto riferimento a impicci burocratici e a procedure poco trasparenti nella sua dichiarazione: "E' un tema politico che riguarda gli insegnanti, il loro futuro, ma anche tutti gli impicci burocratici-amministrativi per cui si arriva a un paradosso, insomma a un pasticcio. E questo a volte avviene anche senza che i ministri o il governo ne sappiano niente". Parole a cui aggiunge che ci sarebbe stato un problema anche di copertura dal punto di vista legislativo.

L'accusa della Regione Lombardia: "Lacrime di coccodrillo" - Non mancano i commenti sarcastici a tali spiegazioni. Commenti che arrivano in primis dalla Regione Lombardia. In una nota, l'assessore all'Istruzione Valentina Aprea esprime infatti "sconcerto" per la vicenda e definisce "lacrime di coccodrillo" la reazione del ministro Carrozza. "Oggi c'è sconcerto per la vicenda - dice la Aprea -. Ma mi chiedo dove fosse il ministro dell'Istruzione quando il Consiglio dei ministri a settembre assunse la decisione, peraltro retroattiva, di bloccare gli aumenti di stipendio e gli scatti di anzianità per tutto il 2013 ai docenti della scuola italiana. Ora quelle del ministro sono veramente lacrime di coccodrillo. La situazione richiede un intervento immediato che possa sanare questa ingiustizia".

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