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PATTO DI STABILITA'

Documento dei docenti del Liceo Scientifico Statale “G.B.Grassi” di Latina


 

Noi docenti del Liceo Scientifico “G.B.Grassi” di Latina intendiamo esprimere il nostro dissenso in merito ai  provvedimenti del governo relativi al comparto scuola, vedi Patto di Stabilità 2013 (art.3) e  DDL 953 (ex- Aprea) . Riteniamo, infatti che essi siano volti a smantellare il sistema dell’istruzione pubblica e della partecipazione democratica al suo interno.

Come noto, il Patto di Stabilità proponeva l'aumento di un terzo dell’orario di lavoro dei docenti delle scuole di I e II GRADO, portandolo da 18 ore a 24, a parità di salario imponendo così dall’alto prestazioni di lavoro che non sono previste nel CCNL attualmente in vigore e delineando un paradigma autoritario e illiberale di relazione stato-cittadino.

Ricordiamo che lo stralcio dalla proposta di legge dell'incremento orario non rappresenta la soluzione alla gravità dell'intervento legislativo che, nella sua sostanza, continua a sottrarre risorse finanziarie all'istruzione pubblica e a favorire la trasformazione della scuola in luogo di  informazione anziché in percorso di formazione per i nostri giovani. Basterebbe considerare, in tal senso, la grave compromissione per l'attuazione del Piano dell'offerta formativa, qualora, come si paventa, il fondo di Istituto verrà decurtato di oltre il 40%. Tale compromissione investirà quelle attività che il ministro Profumo, a parole, ha sempre sollecitato per il miglioramento e la differenziazione qualitativa delle istituzioni.

Facciamo notare che... “i risparmi forzati sulla scuola pubblica statale, messi in atto con l’art. 3 del Patto di Stabilità, vedono dall’altro spostare contributi pubblici sostanziosi verso la scuola privata, alla quale si concede anche l’attivazione di classi con numero minimo di alunni, senza alcun controllo sul reclutamento dei docenti. Ancora una volta, dopo la soppressione di 87 mila cattedre, per effetto della riforma Gelmini, dopo il blocco degli scatti di anzianità e la mancata firma dei contratti di lavoro, scaduti da anni, è la scuola a pagare la crisi. In Italia come in Europa i debiti sovrani vengono garantiti dal sacrificio dei lavoratori e dal taglio del welfare, mentre ingenti risorse vengono dirottate sulle banche e su quei soggetti che sono responsabili della crisi, con un tasso di iniquità sociale che non ha precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale”.

La natura dei ripetuti interventi che colpiscono da più di venti anni la Scuola pubblica mortifica la complessità della professione docente considerata solo secondo la logica del “far cassa” e pertanto   schiacciata su  misurazioni esclusivamente quantitative anziché qualitative.

Esprimiamo poi gravissima preoccupazione per la legge 953 “ex ddl Aprea” che, riformando gli Organi collegiali, riduce gli spazi di partecipazione democratica e  apre pericolosamente  la strada all’autonomia statutaria di ogni singola scuola e al rischio di un crescente verticismo, con la conseguente compromissione del sistema nazionale pubblico di istruzione e la sempre più massiccia ingerenza dei soggetti privati.

Sulla base di queste considerazioni, poiché sono in gioco non solo la dignità dell’insegnante, ma anche la civiltà del lavoro, il bene comune della scuola pubblica, i valori della democrazia,   abbiamo promosso  sin dall' inizio del corrente anno scolastico forme di protesta, nel rispetto della legge e nella tutela del diritto allo studio, attraverso la sospensione di tutte le attività extra-curriculari sotto indicate:

-                   progetti di Istituto approvati dal Collegio dei docenti;

-                   visite guidate di uno o più giorni;

-                   corsi di recupero, di potenziamento e sportello didattico;

-                   attività delle funzioni strumentali, fatta eccezione dell'orientamento in ingresso.

 

Riconosciamo, inoltre, ai nostri studenti in stato di agitazione, la consapevolezza dei rischi  incombenti sulla scuola pubblica e la capacità di libera iniziativa e di  organizzazione nell'espressione del dissenso.

Sulle loro iniziative come sulle nostre, di fatto distinte, resta il diritto alla  divergenza delle valutazioni, a condizione della completezza e correttezza della informazione...e della buona fede.

 

I DOCENTI DEL GRASSI

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