Dichiarazione di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola
 
 
 
È  più che mai urgente riconsegnare il dibattito sulla valutazione del  sistema scolastico a un clima di discussione aperta e seria, libera da  forzature polemiche pretestuose che non hanno alcuna utilità per la  scuola e per chi ci lavora.
 
La  pubblicazione del regolamento, da pochi giorni in Gazzetta Ufficiale,  non può rappresentare la conclusione di un percorso, né la blindatura di  un modello alla cui messa a punto possono e devono concorrere, in fase  di gestione, tutti i soggetti a vario titolo chiamati in causa. 
 
La  valutazione è processo di grande complessità, i cui protagonisti sono  attori diversi con differenti ruoli e competenze. Tra questi in primo  luogo le scuole, di cui è fondamentale valorizzare l’apporto chiudendo  una stagione di incomprensioni e conflitti e aprendone una di dialogo  costruttivo. 
 
L’impianto  del regolamento in questo senso può aiutare, trattandosi di un  provvedimento finalmente scevro da ossessioni premial punitive,  orientato in modo esplicito a sostenere processi di miglioramento della  qualità del servizio scolastico, in una dimensione che mette assieme la  responsabilità e l’interesse di ogni scuola a sviluppare pratiche di  rendicontazione sociale. 
 
Di  tutto c’è bisogno, meno che di ulteriori ostruzionismi per scelte  sicuramente perfettibili, ma il cui difetto maggiore è di giungere  troppo in ritardo. È almeno dal 2007, col Quaderno Bianco del governo  Prodi, che l’assenza di un sistema di valutazione è denunciata come un  grave handicap per la scuola italiana. 
 
I  dati presentati oggi nel Rapporto Invalsi 2013 confermano ancora una  volta gli squilibri intollerabili di un sistema che va sostenuto più  efficacemente nei suoi punti di criticità: valutare non significa  peraltro stilare classifiche, ma porre le basi per i necessari processi  di miglioramento. Ecco perché la valutazione deve riguardare tutte le  scuole, non solo una parte di esse, come indispensabile premessa a una  progettazione del lavoro più consapevole e mirata.
 
I  passi concreti che ora vanno compiuti sono quelli di un recupero di  tutte le risorse necessarie al buon funzionamento del sistema: risorse  economiche e professionali, a partire da quelle di chi lavora in  condizioni di intollerabile precarietà presso l’Invalsi. Soprattutto è  urgente il coinvolgimento attivo delle scuole, valorizzandone ruoli,  competenze ed esperienze, nello sviluppo di una diffusa cultura della  valutazione, da promuovere anche attraverso opportune azioni sul piano  formativo.
 
Roma, 11 luglio 2013