Dichiarazione di Francesco Scrima - Segretario Generale della CISL Scuola
 
 
Sono quasi 70.000 le domande di partecipazione ai Percorsi  Abilitanti Speciali. Un numero rilevante, come ci si attendeva. A fronte  di questo, giungono segnali preoccupanti di un possibile atteggiamento  di disimpegno che talune Università sembrerebbero intenzionate a mettere  in atto, rifiutandosi di procedere all’attivazione dei PAS.  
È di tutta evidenza il grave danno che ne deriverebbe per tutti  coloro che vedrebbero vanificarsi l’opportunità di conseguire  l’abilitazione, o sarebbero costretti a sopportare oneri non  indifferenti per accedere a percorsi formativi attivati in sedi molto  lontane dalla propria residenza. Si tratta di un’eventualità  incomprensibile e inaccettabile. L’autonomia delle Università non può  diventare fattore sperequante nell’attuazione di norme vigenti e di  provvedimenti del MIUR la cui valenza nazionale non può essere ignorata,  né disattesa. 
La Cisl Scuola chiederà al Ministro di intervenire affinché le  Università adottino tempestivamente le deliberazioni di loro competenza  in attuazione del DM 25 marzo 2013. Le annunciate manifestazioni di  protesta del personale precario sono più che legittime e trovano tutto  il nostro appoggio. 
Sono tantissime le persone che lavorano precariamente nella scuola,  accumulando anni di esperienza “sul campo” che non può essere ignorata e  che giustamente chiede di essere valorizzata. Noi consideriamo quel  bagaglio di esperienza come uno dei fattori che possono concorrere a  realizzare un obiettivo di fondamentale importanza: assicurare alla  scuola il più alto livello possibile di qualità della classe docente.  
Da sempre abbiamo, sulla formazione e il reclutamento, una posizione  chiara, che fa della buona preparazione degli insegnanti e della  trasparenza delle procedure di accesso al lavoro nella scuola i propri  punti fermi. Con altrettanta convinzione, abbiamo sempre sostenuto che  per governare senza traumi una situazione di così forte squilibrio tra  domanda e offerta di lavoro, come quella che la scuola vive, è  indispensabile un’alta dose di equilibrio e buon senso.  
È doveroso aprire le porte della scuola a energie fresche, ma lo è  altrettanto valorizzare l’esperienza d’insegnamento concretamente  vissuta; questo il principio che anche oggi dovrebbe essere seguito,  accantonando i furori ideologici di una malintesa “meritocrazia” che  possono soltanto innescare nuove tensioni e acuire quelle già esistenti.   
 
Roma, 11 settembre 2013
 
											
 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						 
						