Dichiarazione di Francesco Scrima - Segretario Generale Cisl Scuola
 
 
 
Nel  suo discorso di oggi alla Camera sulla questione di fiducia in poche  battute il presidente del Consiglio ha toccato molte questioni  importanti per la scuola, ma lo ha fatto limitandosi a enunciare dei  titoli: ora si tratta di capire come verranno scritti i capitoli del  libro.
 
Diplomarsi  prima. Se si vuole affrontare in modo serio la questione della durata  dei percorsi, va ripensato il sistema nel suo complesso. Ridursi a  eliminare un anno, senza porsi il problema di come garantire, in uscita,  un livello di competenze perlomeno pari a quello attuale, sarebbe  un’operazione disastrosa, solo un ennesimo taglio, e non basterebbe a  nobilitarla il richiamo a generici obiettivi di allineamento all’Europa.  Raggiungere gli stessi traguardi in un lasso di tempo più breve vuol  dire rivisitare i contenuti e l’organizzazione della didattica, con  percorsi più flessibili, individualizzati e personalizzati, sostenendo  in modo più puntuale le situazioni di fragilità. Ma per fare questo  occorre fare leva su un utilizzo diverso e più articolato delle risorse  di organico, mentre non è assolutamente pensabile ridurle.
 
Regole  certe su reclutamento e carriere. Sul reclutamento è giusto ampliare le  opportunità di accesso all’insegnamento, ma senza dimenticare i diritti  di chi è nelle graduatorie a esaurimento e ha già anni di precarietà  sulle spalle. Stabilizzare il lavoro resta per noi obiettivo  irrinunciabile. Quanto alle carriere, difficile discuterne se si elude  una questione di fondo, che è quella di un generale, necessario  avvicinamento ai livelli retributivi degli altri paesi. Qui il governo  ha la possibilità di dare un segnale concreto: in attesa di darci  stipendi confrontabili col resto d’Europa, eviti di penalizzare quelli  in atto, chiudendo rapidamente e bene la questione degli scatti di  anzianità. Ricordiamo inoltre a Letta che la struttura retributiva è  materia negoziale: una ragione in più per avviare senza ulteriori indugi la trattativa per il rinnovo del  contratto.
 
Bene  l’affermazione del diritto per tutti i bambini di accedere alla scuola  dell’infanzia; la si metta però in condizione di agire come vera scuola,  non come semplice servizio di assistenza e custodia.
 
Quanto  alla costituente della scuola, non possiamo che essere d’accordo,  avendola più volte e anche di recente indicata come passaggio  indispensabile per rimettere istruzione e formazione al centro  dell’agenda politica del paese. Non resti però una formula vuota e  velleitaria; si dia subito concretezza al progetto, indicandone  obiettivi, contenuti, strumenti precisi e dandosi tempi credibili per  un’operazione di portata così ambiziosa. Guai se il tutto si riducesse  all’ennesima produzione di solenni proclami sulla necessità di investire  in conoscenza: declamare non serve, servono scelte politiche chiare e  conseguenti. E’ questa la strada da percorrere per restituire valore,  dignità e prestigio a chi ogni giorno lavora nelle nostre scuole.
 
Roma, 11 dicembre 2013