Le  indicazioni programmatiche esposte dalla ministra Giannini alla 7^  commissione del Senato sono in gran parte apprezzabili per le buone  intenzioni manifestate, ma piuttosto vaghe nell’indicare gli obiettivi  nonché gli strumenti e i tempi necessari per realizzarli. L’enfasi delle  enunciazioni, ad ogni modo, non basta da sola a rendere concretamente  percepita la centralità assegnata al sistema educativo come “leva più  efficace” per perseguire la crescita e lo sviluppo: così come  l’affermata necessità di valorizzare l’autonomia  delle scuole dotandole  di organici adeguati e funzionali non trova rispondenza nelle rigidità  con cui l’Amministrazione sta procedendo al varo degli organici 2014/15  in termini di mera conferma dell’esistente. Organici e piano triennale  di assunzioni rappresentano due delle urgenze su cui il governo è chiamato  nell’immediato a misurarsi; prendiamo atto positivamente che è la stessa  ministra a ritenerli due temi tra loro fortemente intrecciati, pertanto  ci attendiamo comportamenti conseguenti, che si traducano in atti  rivolti a ridurre l’area del lavoro precario, attraverso la  stabilizzazione di tutti i posti che impropriamente continuano ad essere  attivati solo in organico di fatto. Si tratta di decisioni che vanno  assunte nei prossimi giorni, e che costituiscono un passaggio importante  di verifica per la credibilità e la coerenza del governo. Bene in  questo senso anche l’impegno a verificare lo stato di attuazione di  un’altra serie di impegni , quelli assunti dal governo precedente e  contenuti nel decreto “l’istruzione riparte”, ancora in gran parte  inevasi.
 
Apprezzabile  l’intento di voler incrementare le risorse a disposizione delle scuole  per il MOF; ci auguriamo che seguano anche in questo caso atti concreti,  sgombrando così il campo da accuse strumentali che addebitano ai  sindacati, e alle loro intese per il recupero degli scatti, la colpa di  un “impoverimento” delle scuole di cui sono invece altri a portare la  responsabilità. 
 
Su  tutti gli altri temi richiamati nelle indicazioni programmatiche  (edilizia scolastica, governance del sistema, necessità di un nuovo  testo unico, valutazione, reclutamento e precariato, retribuzioni e  carriere, ecc.) è chiaro che all’enunciazione deve seguire  l’individuazione delle sedi opportune in cui aprire il necessario  confronto su progetti puntualmente definiti, se non si vuol rimanere  fermi all’ennesima rassegna delle cose da fare. Il cambiamento e  l’innovazione si perseguono attraverso processi, non per eventi;  processi che non sostituiscono le decisioni, ma possono rafforzarle  attraverso percorsi di coinvolgimento e partecipazione sociale. Alcuni  di questi temi investono peraltro  direttamente gli ambiti della  contrattazione: se la volontà di discuterne significa avviare una fase negoziale, siamo i primi a dare la disponibilità. 
 
Può  darsi che l’avvio di una fase di ampio confronto con i sindacati possa  anche servire a rimuovere una delle preoccupazioni espresse dalla  ministra Giannini nel passaggio in cui lamenta che gli insegnanti  italiani sono percepiti come dipendenti pubblici “demotivati e  sindacalizzati”; capirà, se discute con noi, che quei termini non sono  sinonimi, e che l’appartenenza sindacale , almeno per quanto riguarda il  sindacalismo confederale, si accompagna sempre a livelli alti di  motivazione e di impegno professionale. Se così non fosse, la scuola  italiana non sarebbe andata avanti in questi anni come ha potuto fare,  grazie al lavoro svolto in condizioni di crescente difficoltà e disagio  da persone capaci di dare molto più di quanto abbiano ricevuto. Essere  sindacalizzati è stato in questo senso un valore, non un limite. Il sindacato, e per quanto ci riguarda  la Cisl Scuola, non teme il cambiamento, essendone stato molto spesso  motore e protagonista. La sfida del cambiamento siamo pronti a  raccoglierla e a rilanciarla.
 
Roma, 28 marzo 2014
 
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola
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